Italy Edition 2025 – Il Sole 24 Ore

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BLANCPAIN Fifty Fathoms Automatico 42 MM

Variante del modello 70° Anniversario, questo Fifty Fathoms

vanta una cassa in acciaio lucido, una lunetta con inserto in

zaffiro bombato, un quadrante nero a raggiera e grandi numeri

arabi e indici luminescenti, che gli permettono di giocare con

la luce al massimo, ma con grande rigore. Animato dal col-

laudato calibro 1315, è disponibile con bracciale in acciaio o

cinturino in caucciù Tropic.

Maestro degli abissi

Nel 2023, il Fifty Fathoms di 42 mm di diametro

in acciaio lucido è stato insignito della dicitura 70°

Anniversario ed è stato oggetto di tre edizioni limi-

tate a 70 esemplari, uno per ogni grande zona del

mondo. Nella collezione attuale, i modelli 2024 in

titanio e oro rosso hanno preceduto la versione in

acciaio di quest’anno. L’orologio ricorda inequivo-

cabilmente l’originale del 1953, da cui riprende il

metallo, il diametro e, naturalmente, le qualità subac-

quee che Blancpain ha stabilito per tutti gli orologi

di quel genere. Le differenze risiedono principal-

mente nei materiali e nelle tecniche adottate dopo

il rilancio del modello nel 2003. Pur mantenendo

un nome riconosciuto da tutti gli intenditori, i Fifty

Fathoms del XXI secolo non sono più impermeabili

fino a “cinquanta braccia”, cioè 91,5 metri, ma fino a

300 metri. La lunetta in bachelite, che ruotava solo

sotto l’effetto di una forte pressione, è stata sostituita

da una lunetta unidirezionale in vetro zaffiro anti-

graffio. Il movimento automatico, che risale al 2007,

ha una spirale in silicio. Il movimento automatico,

che risale al 2007, è dotato di una spirale in silicio,

elimina la gabbia interna in ferro dolce preceden-

temente utilizzata per proteggere i movimenti dai

campi magnetici e offre la possibilità di un fondello

in vetro zaffiro, che Blancpain propone dal 2023. Tutti

questi miglioramenti si ritrovano nel Fifty Fathoms

in acciaio del 2025, con un’estetica “lucida” partico-

larmente attraente. ■ MLB

E se nel loro insieme tutti questi marchi – e altri che

potremmo citare - sono tradizionalmente i più ecla-

tanti esempi - a livello di immagine e comunicazione,

prodotto e collezionismo, trend e business - dello

strettissimo rapporto tra orologi e automobilismo,

oltre ai dati di fatto, come quelli appena accennati, è

bello indugiare anche su un ragionamento che spiega

come il loro legame stia nell’essenza stessa di questi

due mondi. Nei loro fondamenti, nell’uso in qualche

modo dello stesso vocabolario quando si parla – sia

pure su scale di grandezza molto differenti – di mec-

canica, prestazioni e design, materiali ed ergonomia,

funzionalità e status-symbol, investimento emotivo

e/o finanziario e via discorrendo di questo passo. È

poi interessante notare che non è l’orologeria in gene-

rale a godere di questo rapporto privilegiato, ma una

sua particolare tipologia, quella dei cronografi, che

questo legame lo segnalano in maniera ancora più

stretta e pratica, esaltandolo, avendo accompagnato

fin dalle origini proprio la nascita e lo sviluppo delle

gare automobilistiche. Dotati di un dispositivo sup-

plementare rispetto al movimento che indica ore e

minuti, misurano in maniera indipendente e con una

particolare lancetta centrale contasecondi i tempi

brevi di un evento, in genere sportivo. Registrandone

la durata, in genere fino a 30 minuti e 12 ore, su appo-

siti quadranti.

Oggi e con l’avvento dell’elettronica, il loro utilizzo è

essenzialmente amatoriale, ma fino a tutti gli anni 1970

anche a livello professionale si utilizzavano cronometri

e cronografi meccanici, in un virtuoso gioco di rimandi

tra lo sviluppo delle prestazioni automobilistiche (leggi,

velocità) e quelle orologiere (leggi, precisione). Con reci-

proci vantaggi e fino all’esasperazione della ricerca di

settore, che è arrivata a frazionare il secondo ben oltre

gli ormai surclassati decimi dei movimenti meccanici,

arrivando ai centesimi e ai millesimi.

E se non bastassero questi stretti parallelismi sto-

rici e tecnologici, per affermare quanto motori e lan-

cette respirino la stessa aria, basta fermarsi a guar-

dare anche solo quello che appare: l’estetica di un

cronografo ricorda sempre il tachimetro di un’auto

(un esempio per tutti, il Chrono4 di Eberhard & Co.

con i suoi contatori “in linea”) e, più banalmente, è

davvero difficile incontrare un uomo al volante di una

bella vettura che non abbia al polso un altrettanto

bel segnatempo. Un cronografo, in particolare, il più

“meccanico” degli orologi tradizionali. ■

1. GRAND SEIKO Tokyo Lion Tentagraph SLGC009. La spor-

tiva Tokyo Lion da 43 mm di diametro si rinnova: con una cassa

in Brilliant Hard Titanium, un quadrante ispirato alla criniera

dei leoni e un cinturino in caucciù in tinta, ospita il calibro

Tentagraph 9SC5, visibile dal fondo trasparente.

2. H. MOSER & CIE. X ALPINE MOTORSPORTS Streamliner

Alpine Mechanics Edition. Presentato in coppia con un cro-

nografo meccanico in occasione del Gran Premio di Spagna,

questo orologio connesso con cassa dal diametro di 42,6 mm

è stato progettato per soddisfare le esigenze specifiche di un

team di F1. Si tratta di una novità assoluta e la produzione è

limitata a 200 set.

3. ALPINA Alpiner Extreme Automatic Titane. Il primo oro-

logio interamente in titanio di Alpina è un Alpiner Extreme

da 39 x 40,5 mm, impermeabile fino a 200 metri, animato da

un movimento automatico. Il caratteristico quadrante, deco-

rato con triangoli che evocano le cime alpine, è di colore grigio

chiaro in armonia con il colore metallico del titanio.

4. RADO Captain Cook HTC Chronograph. Il Captain Cook

in ceramica high-tech con diametro di 43 mm è disponibile

in due versioni cronografo, in particolare in una combina-

zione nera impreziosita da tocchi di colore oro rosa. Il cali-

bro automatico R801 è visibile sul retro della cassa imperme-

abile fino a 300 metri.