Italy Edition 2025 – Il Sole 24 Ore

|  WATCH YOUR TIME

67

© LUC BRAQUET

T E C H

TIFFANY & CO. Bird on a Flying Tourbillon

Azure Blossom. Un gioiello di alta orefice-

ria animato da un movimento di alta orologe-

ria su misura, un calibro tourbillon manuale

sviluppato dalla manifattura svizzera Artime per

Tiffany & Co. Il regolatore, ricoperto da una

cupola in vetro zaffiro sfaccettato come un dia-

mante, funge da posatoio per un uccello cacatua

tempestato di 70 diamanti, mentre l’ora è indi-

cata su un quadrante che ne conta 168. I fiori lac-

cati sono distribuiti su due livelli sopra un decoro

in smalto champlevé e la scena è racchiusa in

una cassa in oro bianco del diametro di 36 mm

con 341 diamanti incastonati. Con le 143 pietre

incastonate sul movimento visibile attraverso

un vetro zaffiro e le 49 sulla fibbia del cinturino,

si conta un totale di 771 diamanti (oltre 3,8 carati),

ai quali si aggiunge il solitario della corona.

Edizione limitata a 10 esemplari.

L’

idea di rimuovere il quadrante e di alleggerire il più possibile le pla-

tine e i ponti del movimento è nata, come spesso accade in orolo-

geria, molto tempo fa. È generalmente attribuita ad André-Charles

Caron, suocero del ben più famoso Jean-Antoine Lépine. Il primo voleva valo-

rizzare il concetto rivoluzionario del movimento a platina singola del secondo:

senza quadrante, i clienti avrebbero potuto apprezzare la precisione e la qua-

lità del movimento. Tuttavia, poiché la maggior parte degli orologi dell’epoca

aveva movimenti piuttosto ordinari, l’idea si rivelò poco incisiva e fu adottata

su larga scala solo due secoli dopo. Nel frattempo si trovano alcuni esempi di

scheletrati, ma quasi sempre con lo scopo di mostrare qualcosa di nuovo, in

particolare da Patek Philippe.

La rinascita di questo tema, che risale all’inizio degli anni ‘80, è una reazione

alla crisi del quarzo, un atto di resistenza da parte di produttori come Audemars

Piguet e Blancpain, che volevano offrire uno spettacolo che la tecnologia al

quarzo non poteva offrire. Tuttavia, anche all’epoca, gli scheletrati erano con-

siderati un po’ antiquati, come strane espressioni dell’orologeria tradizionale

con, paradossalmente, troppi dettagli. L’estetica dei ponti finemente decorati

era troppo barocca, non abbastanza minimalista rispetto al design dominante

nell’orologeria degli anni ‘80: basta confrontare uno scheletrato Audemars

Piguet del 1985 con il Braun AW10 dello stesso periodo.

Se gli orologi scheletrati degli anni ‘80 non sono riusciti a cogliere lo spi-

rito del tempo, il concetto è diventato sinonimo di grande valore nel corso del

decennio successivo, per una manciata di piccoli produttori che cercavano di

preservare il futuro, allora molto incerto, dell’orologeria meccanica.

Fenomeno del XXI secolo,

l’orologio scheletrato celebra la

meccanica attraverso una varietà

di rappresentazioni, interpretazioni

personalizzate che si discostano

sensibilmente dalla tradizionale

lavorazione “squelette”.

Di James Gurney

TECH

La meccanica

messa a nudo

“Non esiste il caso nell’arte, così come non esiste nella meccanica”

Charles Baudelaire (1821-1867)