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Il “COSC”, in diretta
Fondato nel 1973, il COSC (Contrôle officiel suisse
des chronomètres), ovvero il controllo ufficiale sviz-
zero dei cronometri) è un organismo indipendente
che testa la precisione dei movimenti o delle casse
degli orologi Swiss made, per lo più meccanici, al
fine di attribuire loro o meno un certificato di crono-
metria, ovvero di alta precisione. Ogni movimento
viene sottoposto a test rigorosi, in diverse posizioni
e a diverse temperature, per un periodo compreso
tra 12 e 20 giorni. Alla fine, per un calibro meccanico
che voglia ottenere la certificazione, gli inevitabili
scarti di marcia devono essere compresi tra -4 e +6
secondi al giorno.
Il COSC, con sede a La Chaux-de-Fonds, dispone di
tre laboratori all’avanguardia, equipaggiati in modo
identico, al fine di soddisfare al meglio i requisiti della
norma ISO 3159, e sapientemente distribuiti nella
Svizzera romanda (Bienne, Le Locle e Saint-Imier), a
breve distanza dalla maggior parte delle manifatture.
I marchi scelgono se ricorrere o meno alla certi-
ficazione COSC, per tutta o parte della loro produ-
zione. Alcuni preferiscono i propri controlli interni,
generalmente estesi anche ad altri requisiti di qua-
lità. Attualmente, circa il 40 % degli orologi meccanici
svizzeri esportati ogni anno sono certificati dal COSC.
“Ottenere la certificazione COSC non è un obbligo,
ma è un vero valore aggiunto. È una garanzia rico-
nosciuta in tutto il mondo e nel tempo”, precisa il
direttore Andreas Wyss. Una garanzia materializzata
da un numero inciso sul movimento, un certificato
rilasciato con l’orologio e, spesso, una menzione sul
quadrante. Tuttavia, fino ad ora, il COSC era spesso
solo un attore nell’ombra per i clienti finali.
Cosa c’è di nuovo
Nuovo logo, nuova firma, nuovo sito web, presenza
sui social network, diffusione di una newsletter e
altro ancora. Ora il COSC si rivolge direttamente ai
proprietari degli orologi certificati come cronome-
tri dal proprio ente. Intende diventare un marchio
a sé stante e partecipare il più possibile alla diffu-
sione del savoir-faire orologiero svizzero. I marchi che
sono già clienti otterranno un sostegno senza pre-
cedenti, mentre i clienti finali una maggiore fiducia.
Come primo nuovo accordo, i marchi hanno accesso
al “dietro le quinte” della certificazione cronome-
trica con la possibilità, tra le altre cose, di conoscere
i risultati dei test effettuati sui movimenti che ani-
mano i loro orologi.
Il COSC ha quindi deciso di proporre ai marchi
l’emissione di una carta di certificazione specifica.
Spetterà a loro valutare l’opportunità o meno di offrire
tale servizio ai propri clienti, ma commettiamo che
saranno in molti ad accettare la proposta. ■ MLB
Richard Mille ha ispirato direttamente alcuni altri
marchi, ma la vera influenza dell’RM 001 è stata la
tendenza a mettere la meccanica al centro dell’at-
tenzione. Molti volevano mostrare la propria creati-
vità orologiera, da Tag Heuer con il suo V4 a cinghie a
Breguet, con il Tradition lanciato nel 2005. Ispirato agli
orologi “sottoscrizione” di Abraham-Louis Breguet,
presenta un movimento quasi interamente visibile
sul lato del quadrante, che si riduce a una sorta di
elemento galleggiante sopra il ruotismo e lo scap-
pamento: più che una scheletratura, si tratta di una
rappresentazione anatomica dell’orologio (come nella
collezione LM di MB&F).
Con il Big Bang lanciato nel 2005, Hublot ha adat-
tato un nuovo approccio ipertecnico a un marchio già
anticonformista. Ha rapidamente reso la scheletratura
un elemento della sua identità, al punto che è quasi
sorprendente vedere un Hublot con quadrante pieno.
Il marchio ha anche contribuito all’introduzione di
nuovi materiali e finiture, che gli hanno permesso di
progettare scheletrati di colore uniforme, riducendo
così al minimo quella confusione cui si è accennato
precedentemente. Come da tradizione Hublot, sono
stati rapidamente aggiunti 500 diamanti baguette
per realizzare il Big Bang One Million Dollars del
2007, un orologio che rappresentava perfettamente
la magnificenza e l’ambizione tecnica del marchio
in quel periodo. Successivamente, Hublot ha por-
tato all’estremo il concetto degli orologi scheletrati,
con modelli come l’MP05 LaFerrari, che cercava di
riprodurre il design del motore dell’auto. Il contri-
buto di Cartier, con Carole Forestier-Kasapi a capo
della Divisione Alta Orologeria, è stato quello di inte-
grare i codici estetici della maison nell’architettura
del movimento, attraverso orologi come il Santos 100
del 2009, che utilizzava i caratteristici numeri romani
per formare i ponti del movimento.
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1. JAEGER-LECOULTRE Reverso Hybris Artistica Calibro
179. Grazie al concetto Duoface, l’affascinante calibro Gyro-
tourbillon mostra un fuso orario diverso su ogni quadrante.
Con l’arte della scheletratura, dell’anglage e della laccatura,
da esplorare appieno sul fondello, l’orologio in oro bianco da
31 x 51,1 mm diventa una piccola meraviglia in perfetto stile
Art Déco. Edizione limitata di 10 pezzi.
2. RICHARD MILLE RM 16-02 Automatico Extra-Piatto.
Il modello rettangolare di Richard Mille torna con uno stile di
ispirazione brutalista, sorretto da una straordinaria schele-
tratura. Gli enigmatici indici delle ore seguono il labirinto del
movimento in una cassa da 36 x 45,65 mm in titanio o, come
in questo caso, in Quarzo TPT® Terracotta.
3. CHOPARD L.U.C Flying T Twin Perpetual. Il nuovo calibro
automatico L.U.C 96.36-L combina un tourbillon volante e un
calendario perpetuo con grande data in una cassa elegante.
Il modello in oro giallo da 40,5 mm presenta un quadrante in
oro guilloché soleil verde foresta. Punzone di Ginevra.
4. FERDINAND BERTHOUD FB RSM. Esemplare unico, il movi-
mento di questo cronometro con tourbillon e meccanismo
fuso-catena è stato sviluppato con l’aiuto di un apprendista
orologiaio, che gli ha dedicato la sua tesi di laurea. Si tratta di
un’edizione limitata di 20 esemplari, con un “abbigliamento”
personalizzato: la scelta è lasciata agli acquirenti.